DAVIDE CASALI
Davide Casali nato a Trieste il 17/08/1970, diplomato al Conservatorio di Musica Tartini di Trieste in clarinetto, con diploma di liceo linguistico ottenuto nell’anno 1998, ha studiato direzione d’orchestra con il m°Francesco Mander.
Nel 1999 l’Istituto tecnico Riccati gli ha commissionato un’opera “Cantica Dei Fumi Blindati” con testo di Pierpaolo Zurlo da cui è stato tratto un Cd. Direttore stabile dell’Orchestra e coro “Abimà” nel 1999 ha diretto per la prima volta in Italia la “Missa Solemnis in C” di Leopold Mozart di cui è stato realizzato un Cd e “La passione di nostro Signore Gesù Cristo” di Antonio Salieri su testo di Metastasio. Nel 2000 ha ricevuto una targa dal Comune di Trieste per il suo lavoro di ricerca nel campo della musica. Nel 2001 ha eseguito in prima assoluta nazionale la “ Missa sub sancto tituli” di Michael Haydn.
Nell’anno 2000 dirige l’orchestra Toscanini in un concerto dedicato alla musica concentrazionaria ed da quell’anno è direttore stabile dell’orchestra Abimà con il quale ha eseguito più di 115 concerti in Italia registrando quattro Cd per la Collana Vivere in Musica e un cd per la Tactus con il flautista Roberto Fabbriciani (di prossima uscita).
Nel 2013 ha diretto con l’orchestra Abimà un concerto organizzato dal Teatro La Fenice in occasione della Giornata Della Memoria.
E’ direttore e fondatore del ensemble di musica ebraica The Original Klezmer ensemble con il quale ha girato tuto il mondo (Stati Uniti, Germania, Giappone, Slovenia, Croazia), ha lavorato per Rai di Roma e Trieste.
Tiene regolarmente conferenze sulla cultura e musica ebraica in molte parti del mondo, dirige da anni il festival di cultura ebraica Erev/Laila di Trieste ed è direttore di Radioshalom radio web e tv ebraica. Insegna musica e cultura ebraica presso il centro Veritas dove ha tenuto quattro cicli di lezioni e all’Università Popolare di Trieste.
Ha fatto varie trasmissioni per la Rai radio e tv su argomenti di musica e cultura ebraica.
Ha diretto l’opera per coro di bambini e orchestra “Brundibar” di Hans Krasa, e l’opera lirica Der Kaiser Von Atlantis di Viktor Ullmann per la prima esecuzione assoluta in un campo di concentramento all’interno della Risiera di San Sabba di Trieste.
Ha inciso con il clarinetto per la Sony e vari dischi di musica klezmer e con il suo complesso ha tenuto concerti in tutto il mondo (Stai Uniti, Giappone, Germania, Croazia, Slovenia per citarne alcuni). Ha realizzato due documentari sulla cultura ebraica e sul Lager-Ghetto di Terezin.
Da tre anni è direttore artistico e musicale del Festival Viktor Ullmann attraverso il quale ha eseguito più di 20 prime esecuzioni italiane di musiche di autori “degenerati”. A novembre dirigerà l’Orchestra San Marco di Pordenone e a dicembre l’Orchestra della Fondazione del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste.
Associazione “Musica Libera”
FESTIVAL “VIKTOR ULLMANN”
Programma della III edizione
Presentato il “Festival Viktor Ullmann” dedicato alla musica concentrazionaria, degenerata e dell’esilio. In programma, da aprile a dicembre, quindici appuntamenti tra concerti, conferenze e documentari a Trieste e in altre località della regione. Proseguono le collaborazioni con il Festival “Erev/Laila” e – con un laboratorio indirizzato ai giovani musicisti – con il festival “Stazione di Topolò”. Il focus della III edizione saranno compositori europei poco eseguiti come quelli olandesi, ungheresi e austriaci e i concerti verranno introdotti da una breve prolusione storico/musicale. Molte le novità di quest’anno: il concerto evento dedicato a Marc Lavry con il flautista Roberto Fabbriciani e la prima esecuzione assoluta europea della Seconda Sinfonia di Marcel Tyberg, passato per la Risiera di San Sabba.
La partecipazione straordinaria dell’Orchestra Della Fondazione del Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste per il concerto finale del Festival.
In calendario anche due documentari sulla Musica e la Shoah.
Il programma sarà arricchito inoltre da concerti di musica da camera. A uno di questi è affidata l’apertura domenica 10 aprile.
Molte le novità della terza edizione del “Festival Viktor Ullmann”, dedicato – unica realtà in Europa – alla musica concentrazionaria, degenerata e dell’esilio e presentato oggi (martedì 5 aprile 2016) alle ore 10.30 presso la Sala Paolo Vero al Il piano del Teatro Lirico Giuseppe Verdi Trieste di Trieste, alla presenza del Sovrintendente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, Stefano Pace, del Rabbino capo della Comunità Ebraica di Trieste, Rav Eliezer Shai Di Martino e del Presidente dell’Associazione Musica Libera, Davide Casali.
Il Festival si terrà da aprile a dicembre 2016 e si declinerà in diversi eventi fra concerti, conferenze e documentari a ingresso libero (tranne il concerto al Verdi con ingresso fissato in 10 euro e quello presso il Museo Schmidl, che prevede la formula visita più concerto a 4 euro) in programma a Trieste e in altre località della regione Friuli Venezia Giulia tra cui Gradisca d’Isonzo, Gorizia, Montereale Valcellina e Topolò. Sedi dei concerti triestini saranno la Sinagoga, la Risiera di San Sabba, il Museo Ebraico “Carlo e Vera Wagner”, il Museo Revoltella, il Museo Schmidl, la Casa della Musica e il Ridotto del Teatro Lirico G. Verdi di Trieste. Altri appuntamenti saranno ospitati dalla Sinagoga di Gorizia, da Palazzo Torriani a Gradisca d’Isonzo e dal Circolo Menotti di Monreale Valcellina. A Topolò si svolgerà infine il concerto conclusivo dello stage per giovani musicisti dedicato alla musica degenerata in collaborazione con il Festival “Stazione di Topolò/Postaja Topolove”.
Tra gli appuntamenti musicali illustrati da Casali, spiccano il concerto-evento dedicato a Marc Lavry (compositore di Riga emigrato in Israele) che si svolgerà alla Sinagoga di Trieste il 29 maggio con al flauto solista il M° Roberto Fabbriciani, il concerto che si terrà il 19 giugno all’interno della Risiera di San Sabba con la prima esecuzione europea assoluta della Seconda Sinfonia di Marcel Tyberg (autore deportato ad Auschwitz e passato come prigioniero per la Risiera di San Sabba), il concerto organistico ospitato il 24 settembre all’interno della Sinagoga di Trieste con musiche per organo di autori ebrei (si tratta della prima volta che alla Sinagoga si tiene un concerto per organo), il concerto al Museo Revoltella con protagonista l’Orchestra d’Archi San Marco dedicato ad autori ebrei ungheresi il 10 novembre e il concerto finale del Festival in programma l’11 dicembre con l’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste che eseguirà musiche di Leo Smit, Leo Weiner e Leone Sinigaglia, grandissimo autore che fu diretto in tutto il mondo da Arturo Toscanini.
Il programma sarà arricchito inoltre da concerti di musica da camera tra i quali si segnalano quello di apertura del Festival, domenica 10 aprile, con musiche di Schönberg e Hindemith, il concerto del pianista Pierpaolo Levi al Museo Schmidl con musiche di autori ebrei triestini di domenica 5 giugno e infine il concerto dedicato alle musiche originali del ghetto di Riga in calendario il 5 luglio sulla terrazza del Museo Ebraico di Trieste.
Quest’anno verranno presentati anche due documentari che hanno come tematica la Musica e la Shoah: “Terezin ieri e oggi” di Davide Casali il 19 aprile al Museo Ebraico di Trieste e “Leone Sinigaglia” di Marco Cavallarin, il 29 ottobre al Circolo Menocchio di Montereale Valcellina.
Infine prosegue la collaborazione con il festival “Stazione di Topolò” con un laboratorio musicale indirizzato ai giovani musicisti per far conoscere e far eseguire queste musiche e quella con il Festival in occasione di due concerti ospitati dal Museo Ebraico di Trieste.
“Siamo lieti di ospitare oggi la presentazione di un evento particolarmente importante – ha esordito il Sovrintendente Stefano Pace – e di estrema rilevanza musicale. L’intento di questo festival è quello di riportare nei teatri opere di artisti che già facevano parte a pieno titolo delle programmazioni. Vorremmo si potesse arrivare a programmare le loro opere all’interno dei cartelloni, senza distinzioni con gli altri autori, valorizzando l’opera di compositori che prima di tutto sono stati grandi artisti. Relegarne la celebrazione a rassegne specifiche sarebbe come escluderli una seconda volta. Siamo felicissimi – ha concluso – di ospitare il concerto di chiusura che vedrà per protagonista l’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste”.
“Uno dei grandi significati di questa rassegna – ha spiegato il Rabbino capo Rav Eliezer Shai Di Martino – è che permette di dimostrare come anche dalla tragedia e dall’orrore può nascere qualcosa di buono, grazie a grandi opere musicali realizzate da autori che finirono nei campi di concentramento e vennero dimenticati. Ora finalmente le loro opere si possono nuovamente ascoltare e conoscere non solo nelle giornate dedicate alla Memoria e alla Shoah. Alcuni dei concerti della rassegna saranno ospitati nella Sinagoga di Trieste: il nostro tempio è aperto ad eventi che mirano anche a far conoscere la Comunità Ebraica triestina e la Sinagoga alla cittadinanza”.
“Dal 2014 – ha aggiunto il Presidente, Davide Casali – l’Associazione Musica Libera ha avviato l’organizzazione di un festival musicale dedicato alla “musica concentrazionaria” – composta dai deportati nei campi di concentramento e nei ghetti nazisti – e alla “musica degenerata” – la musica proibita nella Germania nazista e nell’Italia fascista perché considerata decadente, dannosa e contraria ai canoni razziali imposti dai due regimi. Mi preme sottolineare che non si tratta di musica “triste”: non tutte le composizioni furono infatti realizzate all’interno dei campi di concentramento.
All’interno del programma, viene dato spazio anche alla “musica dell’esilio”, cioè di quei compositori costretti a fuggire dalla propria terra natìa a causa delle leggi razziali. Eseguire questa musica significa cercare di ridare vita e riconoscimento al genio creativo di questi compositori e far conoscere la Shoah da un nuovo punto di osservazione”.
L’attività musicale infatti è stata una presenza costante nell’esperienza concentrazionaria e riveste un’importanza davvero centrale nel complesso e intricato tema della memoria e della rappresentazione. Malgrado ciò risulta un tema periferico e apparentemente meno rilevante nell’ambito degli studi tradizionali sulla Shoah.
Le due edizioni precedenti si sono sviluppate con diversi concerti proposti a Trieste e in regione durante tutto l’arco del 2014 e del 2015 e hanno visto la collaborazione di molti enti e istituzioni tra cui la Comunità Ebraica e il Comune di Trieste, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Museo della Shoah di Roma che hanno appoggiato e incoraggiato l’iniziativa favorendo lo sviluppo di un forte interesse attorno alla tematica proposta sia dal parte del pubblico che della critica.
Con alcune delle musiche degli autori presentati, eseguite durante i concerti o registrate in studio, sono stati realizzati i primi due cd della collana “Vivere in Musica”, pensata con l’intento di realizzare una piccola “raccolta” che documenti l’attività del festival e che si arricchirà con la pubblicazione di altri cd previsti per le prossime edizioni.
Nella seconda edizione del Festival, per la prima volta in Italia è stato organizzato tra l’altro un congresso sugli “Ebrei italiani durante il fascismo” che ha visto la partecipazione di molti studiosi provenienti da tutta Europa. Nell’ambito dell’esecuzione musicale molto poco è stato finora fatto per ricordare questi autori accomunati dall’esigenza di esprimere musicalmente la loro esperienza di perseguitati. Quest’anno si vuole concentrare l’attenzione su compositori europei poco eseguiti come quelli olandesi, ungheresi e austriaci. I concerti verranno introdotti da una breve prolusione storico/musicale per far cogliere al pubblico la realtà storica e personale vissuta dai compositori presentati e per permettere all’ascoltatore di comprendere con maggior consapevolezza il significato dei brani eseguiti. Laddove possibile si cercherà di invitare i parenti ancora in vita degli autori perché raccontino in prima persona l’esperienza e il vissuto della propria famiglia.
Il Festival ha permesso di evidenziare, già dal suo primo anno di vita, quanto il tema della Shoah continua a suscitare, a Trieste e in regione, un forte interesse non solo in coloro che desiderano approfondire la propria passione storica e musicale, ma anche in chi è stato toccato personalmente da questa tragedia avendo avuto in famiglia parenti che hanno trovato la morte nei diversi campi di concentramento. Anche a livello nazionale e e internazionale il “Festival Viktor Ullmann” viene considerato uno dei più importanti. Radio Tre Suite ha mandato in onda interviste e concerti della rassegna, mentre Sorgente di Vita e Radio Capodistria hanno realizzato uno special sul concerto che si è tenuto l’anno passato in Sinagoga a Trieste.
Si ritiene che la continuazione e il consolidamento del Festival, attraverso la proposta dei concerti e il lavoro di ricerca storica e musicologica che li precede, sta portando la regione Friuli Venezia Giulia a diventare un punto di riferimento per lo studio e l’esecuzione di queste musiche. In questo risiede anche l’originalità dell’iniziativa che risulta ad oggi unica in Europa.
Il Festival Viktor Ullmann si svolge con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e fra le collaborazioni importanti che si onora di annoverare si segnalano quelle con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Centro di Documentazione Ebraica Italiana, la Fondazione del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste con la partecipazione dell’Orchestra della Fondazione Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, la Comunità Ebraica di Trieste e il Museo Ebraico Carlo e Vera Wagner, la Casa della Musica di Trieste e l’Orchestra San Marco di Pordenone. La novità di quest’anno è la partecipazione come media partner di Radio Capodistria. Altre realtà importanti che collaborano alla riuscita del Festival sono la Città di Gradisca d’Isonzo, l’Associazione degli Amici di Israele di Gorizia, il Circolo Menocchio di Montereale Valcellina, la Stazione di Topolò, il Civico Museo della Risiera di San Sabba, Monumento nazionale e la Civica Orchestra a Fiati Giuseppe Verdi di Trieste, il Museo Schmidl di Trieste, il Comune di Trieste.
A Jewish Opera al Sinagoga di Siena
Obiettivo del progetto artistico, che in autunno sarà anche presso il Museo Ebraico di Firenze, è mostrare come gli ebrei vivano la propria vita religiosa in costante rapporto con la società che li circonda, evidenziando …la “normalità” dell’agire quotidiano misto alla ritualità.
La vita ebraica è scandita dalle preghiere, che ne ritmano i tempi all’interno della giornata, e accompagnata dalla musica: le preghiere e lo studio sono, infatti, cantate e ritmate con i movimenti del corpo.
La video installazione, attraverso avvolgenti immagini e suoni, permetterà al pubblico di immergersi nella vivida atmosfera della quotidianità ebraica.
La video performance è prodotta dall’Associazione Musica Libera e da “La Stanza” e realizzata grazie al contributo di Regione Friuli Venezia Giulia e CoopCulture.
Una stanza, della musica che risuona nello spazio e dei monitor dove scorrono le immagini di vita quotidiana di un ebreo, suddivise secondo le tre preghiere giornaliere: Shachrit, Minchà, Arvit. Dopo aver fatto tappa a Trieste e al Museo Ebraico di Venezia, A Jewish Opera di Davide Casali arriva anche a Siena, negli spazi dell’antico matroneo della Sinagoga. L’inaugurazione è per mercoledì 31 luglio alle ore 21.00, con una esibizione live dei musicisti che interpreteranno la musica/colonna sonora della videoarte ideata da Davide Casali. Sarà presente l’artista.
Davide Casali, triestino, compositore, direttore d’orchestra e di coro, clarinettista, si occupa da sempre di musica e cultura ebraica. Ha fondato nel 1993 The Original Klezmer Ensemble con cui ha inciso diversi Cd e suonato in Europa, Stati Uniti, Giappone e Italia. Da un paio d’anni la videoart è diventata la sua passione realizzando cortometraggi, film, video. Attualmente si esibisce con la Jewish Opera Band suonando il clarinetto con Samuele Orlando (tastiere) e Saverio Gaglianese
(basso).